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Il teatro Ponchielli di Cremona

Giovedì 16 Luglio - Cosa visitare a Cremona


Il teatro Ponchielli di Cremona

Tra le tappe dei monumenti da visitare a Cremona non può mancare il teatro Ponchielli, "il" teatro di Cremona, che in molti definiscono una scala in miniatura.

Anticamente Cremona disponeva di un Teatro Rangoni/Ariberti, edificato nel 1670 e attivo fino al 1717 quando venne trasformato in chiesa, a seguito di una donazione. Da allora le rappresentazioni di svolsero in sale provvisorie. Nel 1733 un gruppo di nobili e patrizi stabilì di dotare la città di un nuovo teatro. Solo nel 1745 il marchese Giuseppe Lodi Mora mise a disposizione un appezzamento nella contrada di San Bartolomeo, verso Porta Po, mentre i fondi venivano provvisti dal nobile G.B. Nazari, che ne sarebbe divenuto il proprietario.L’incarico della progettazione venne affidato a Giovanni Battista Zaist, architetto cremonese che faceva parte della cerchia del Bibbiena, suggerito dal Vescovo Monsignor Alessandro Litta. Venne inaugurato il 28 dicembre 1747 con il melodramma ‘Orazio’ del napoletano Pietro Auletta, su libretto di Antonio Palomba. Le stagioni erano organizzate, normalmente, nel periodo di carnevale, ma a decorrere dal 1755 non mancarono stagioni di primavera, dal 1774 stagioni estive, dal 1778 stagioni autunnali. L’opera rappresentava, d’altra parte, la principale attività ricreativa e sociale di ogni città italiana.

Era chiamato ‘Teatro Nazari’, dal nome del proprietario, ma mutò nome nel 1785 in Teatro della Società o della ‘Nobile Associazione’, allorché, dopo la morte del marchese Nazari (1784), venne acquistato da un gruppo di nobili e patrizi (una “Società di dodici Cavalieri”), che si divisero la proprietà in qualità di palchettisti (in conformità con quanto accadeva con i molti teatri costruiti sino alla metà dell’800 (Teatro alla Scala di Milano, Teatro Sociale di Como, Teatro Sociale di Monza, etc.). Ciò pose fine ad una annosa polemica fra i proprietari e i palchettisti, che figuravano nella mera veste di inquilini e lamentavano, sempre, l’alto costo della cosiddetta ‘tratta’, ovvero la tassa che ogni palchettista era tenuto a pagare per l’allestimento delle stagioni.Il 20 gennaio 1770 il giovane Mozart, accompagnato dal padre, assistette alla rappresentazione del melodramma ‘La Clemenza di Tito’ del napoletano Valentini.

Il ‘Teatro della Società’ venne attaccato, nei primi anni dell’Ottocento, da due incendi, il secondo dei quali, nel 1806 lo ridusse quasi in cenere. Venne subito programmata la ricostruzione affidandola al più noto architetto teatrale del momento Luigi Canonica. Canonica realizzò una sala a ferro di cavallo, con quattro ordini di palchi e galleria e uno dei palcoscenici maggiori d’Italia. Esso prese il nome di Teatro della Concordia. La notte del 6 gennaio 1824 un nuovo incendio distrusse parzialmente la struttura, ripristinata dai cremonesi Rodi e Voghera. Essi rifecero quanto distrutto, allargando notevolmente il palcoscenico. Nel teatro è conservato lo storico sipario dipinto da Antonio Rizzi raffigurante la musica nelle sue manifestazioni.Dopo la morte di Amilcare Ponchielli, il noto musicista cremonese (insieme ad Antonio Stradivari e Claudio Monteverdi), avvenuta a Milano il 16 gennaio 1886, il teatro si chiamò ‘Concordia-Ponchielli’, per poi assumere, il 12 marzo 1907, la denominazione, per ora, definitiva di ‘Teatro Amilcare Ponchielli”.

Il Comune ne acquisì la proprietà nel 1986, iniziando, nel 1989, radicali lavori di restauro e di adeguamento tecnologico. Ospita opere teatrali, concerti e manifestazioni canore.

Fonte: Wikipedia


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